Tesiste Micol Gelsi, Carolina Frascaroli
Anno 2017
Valutazione 110/100
Relatori Antonello Stella, Marco Mulazzani, Nicola Rimondi
Relatori esterni Paola Pallottino
Facoltà di Architettura Ferrara (FAF), presso l’Università degli studi di Ferrara
Una tesi che esamina le criticità delle operazioni di riqualificazione degli spazi dismessi e pone l’accento sul tema dell’allestimento e su quello del rapporto tra arte e architettura.
La caserma Stamoto fu fondata nella prima metà del 900 con la funzione di officina meccanica e luogo diriparazione di mezzi militari e si affermò come una delle tre più grandi officine di riparazione in Italia.
Dalla sua totale dismissione, avvenuta una decina di anni fa, la caserma é stata occupata dal collettivo “Noi Restiamo” nel 2015, dopo questo evento, che ha manifestato chiaramente la volontà dei cittadini di riappropriarsi di questo spazio, il comune ha iniziato a formulare alcune ipotesi sull’utilizzo dell’area, tra
cui quella di adibire questo spazio a “cittadella giudiziaria”, accorpando qui tutti gli uffici del tribunale della città attualmente dislocati in vari luoghi nel centro.
La proposta, pur non avendo avuto successo questa proposta dimostra l’interesse del comune e degli abitanti di intervenire, e di prendersi cura di questo luogo analogamente a ciò che sta accadendo nelle altre aree militari abbandonate della città, oggi di proprietà pubblica.
Partendo dall’analisi del contesto urbano e dal profilo demografico del quartiere, prevalentemente residenziale e marcato dalle rivendicazioni dei movimenti cooperativi degli anni’70, la tesi si sofferma sul come restituire l’area alla cittadinanza e soprattutto ai residenti del quartiere San Vitale, in una logica di minimo intervento, attraverso una serie di proposte progettuali che vanno dalla scala urbanistica a quella
di dettaglio architettonico.
La proposta si è spinta oltre l’area strettamente militare, e ha coinvolto quasi 13 ettari di superficie attualmente non attrezzata a favore dell’articolazione di un ampio parco pubblico con inserito al suo interno un polo attrattivo a indirizzo culturale con servizi per la cittadinanza e un luogo di formazione per studenti, ai fini di dedicare spazio e consone attrezzature allo sviluppo artistico bolognese presente e futuro.
L’unico edificio costruito ex-novo è un piccolo padiglione espositivo immerso in quella vegetazione incontrollata che negli ultimi dieci anni è stata l’univa vera abitante dell’area Stamoto; le altre attività culturali correlate sono state incluse negli edifici preesistenti che per condizioni di manutenzione e valore storico, si è ritenuto opportuno mantenere.
Si è pensato di destinare lo spazio espositivo ad uso di un nuovo Museo dell’Illustrazione, intitolato a Mario Pompei. Questa idea è emersa dallo studio dal lavoro della Professoressa Paola Pallottino, direttrice del Museo dell’illustrazione di Ferrara dal 1992, che dalla chiusura di quest’ultimo nel 2007 sta combattendo per ottenere una nuova sede che conservi e disponibilizzi al pubblico l’ampissima collezione da lei gestita, e, come lei stessa, e “quale città si potrebbe prestare allo scopo, meglio di Bologna?”.